Cremano la salma sbagliata: disastro a Trieste

Pubblicato: 27/04/2016 07:29:33
Categorie: Attualità , Cimiteri , Cremazione , Curiosità , Imprese Funebri , Più recenti

Uno scambio terribile

Doveva essere un funerale come tanti altri e invece è successo un vero e proprio disastro. Il fatto è successo a Trieste dove è avvenuto uno scambio di salme ed è stata cremata una donna che non doveva essere sepolta, ma il suo corpo doveva essere conservato per un autopsia. Come è potuto succedere tutto questo? Un semplice, ma fatale caso di omonimia. 

Il caso

Vera Vidali era deceduta lo scorso 10 Marzo per un problema cardiaco sospetto e quindi necessitava di un autopsia per verificare la causa del decesso, ma la sua salma è stata scambiata con quella di Nivea Vidali: stesso cognome, ma con destini differenti. Nivea doveva essere seppellita e invece per sbaglio , lo scorso 14 Aprile hanno cremato e seppellito Vera con un funerale completo. Il 22 Aprile doveva esserci il funerale di Vera, ma quando tutto sembrava pronto gli addetti si sono accorti che la salma era sparita, non si trovava più. Il marito della donna, Mario Cappelli, una volta ricevuta la macabra notizia ha reagito così: "Non so cosa pensare, è una cosa pazzesca." Il sig. Cappelli è stato poi contattato da alcuni addetti dell'Onoranza Funebre incaricata del servizio, la "Trieste onoranze e trasporti funebri", i quali gli avrebbero riferito che non c'era traccia della salma di sua moglie. Al posto di Vera c'era il cadavere di Nivea. "Si sono rivolti ad un responsabile - racconta il marito - e insieme hanno constatato che nelle scorse settimane c'è stato questo pazzesco errore: hanno preso mia moglie anzichè l'altra persona". 

L'autopsia mancata 

Tuttavia sembra che la colpa del terribile scambio sia da attribuire all'Alabarda, ovvero l'onoranza funerbe che doveva gestire il funerale di Nivea. L'azienda tenta di sviare la questione dichiarando di non sapere nulla. Ormai però i fatti sono venuti alla luce e infatti alcuni addetti avevano prelevato il cadavere dall'obitorio senza verificare che il nome sul bracciale fosse quello giusto. Guardando la salma gli operai hano notato che le condizioni del cadavere non erano in uno stato tale da poterle esporre in una bara. Questo perchè avevano difronte il corpo di Vera che era stato conservato nella celle frigorifere per oltre un mese in attesa dell'autopsia da parte del medico legale. 

Una situazione davvero imbarazzante, triste, quasi impossibile da credere e che sta mettendo a dura prova il povero marito che si è visto costretto a denunciare il fatto, chiedendo di far luce su quest'orribile errore.

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