Pubblicato:
07/04/2017 07:31:33
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Nel mondo una persona su 10 muore per complicazioni legate al fumo. Circa il 50% di questi decessi avvengono negli USA, in Cina e in Russia. Nonostante nel corso degli anni siano state portate avanti campagne per cercare di eliminare la dipendenza dal fumo, le vittime della sigaretta sono ancora tante, troppe. I nuovi dati sono il frutto di una ricerca finanziata da Kelly Henning del Bloomberg Philanthropies e dalla Bill e Melinda Gates Foundation che è stata pubblicata su Lancet, una rivista medica molto nota nel Regno Unito.
Secondo i ricercatori il numero delle vittime legate alla dipendenza da sigaretta è destinato ad aumentare nei prossimi anni, perchè nell'ultimo periodo i colossi del tabacco stanno investendo in altri mercati, in particolare in quelli dei paesi in via di sviluppo. Questo perchè in questi stati il numero dei fumatori è in crescita e nelle persone non c'è una coscienza di fondo sui danni che il fumo può comportare alla propria salute.
Emmanuela Gakidou, una delle studiose, commenta così la situazione: "Nonostante mezzo secolo di evidenze scientifiche su quanto faccia male alla salute delle persone fumare, un umo su 4 nel Mondo fuma ogni giorno . Il fumo rimane il secondo più importante fattore di rischio per le morti premature e la disabilità, per questo dobbiamo intensificare gli sforzi per ridurre questo fenomeno".
Stando ai dati riportati dal Global Burden of Diseases report, che ha effettuato un sondaggio sulle abitudini degli abitanti di ben 195 paesi tra il 1995 e il 2015, si è scoperto che circa un miliardo di persone fuma quotidianamente. "Non abbiamo preso in esame i fumatori occasionali - spiega la Gakidou -, chi ha smesso e chi usa prodotti alternativi come, ad esempio, le gomme con la nicotina, altrimenti i dati sarebbero ancora più alti".
Tuttavia nonostante questi valori sembrano dire il contrario, negli ultimi anni la lotta contro il fumo ha avuto anche qualche riscontro positivo. Tra il 1990 e il 2015 infatti, la prevalenza dei fumatori è scesa dal 35% al 25%. Quello che però preoccupa di più i vari istiti che tutelano la salute, è che il numero dei giovani fumatori è sempre in costante crescita. Per l'Oms servono azioni più mirate, ad esempio creando campagne informative all'interno degli istituti scolastici per cercare di aiutare ragazzi e ragazze a smettere di fumare.
"C'è un sentire comune che ci vede vincitori nella guerra contro il tabacco - concludono i protagonisti della ricerca - , ma siamo convinti che servano nuovi sforzi perché nel 2015 il numero di fumatori è stato alto. Servono nuove strategie e anche uno sforzo importante da parte della politica".
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