Pubblicato:
24/02/2016 08:02:44
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Le tombe degli antichi Egizi venivano riciclate. Questo è quanto sostiene una ricerca effettuata sui ritrovamenti funerari egizi del Fitzwilliam Museum di Cambridge. Dalla ricerca sembrerebbe che alcuni cofani funebri siano stati costruiti assemblando vari pezzi di tombe precedenti. Alla luce di questa scoperta sorgono alcune domande: Chi poteva fare tutto ciò? Che senso aveva fare bare nuove utilizzando pezzi vecchi?
Per quanto riguarda gli autori del “mosaico funebre”, gli unici che potevano aver accesso ai sarcofagi erano i tombaroli. Tante tombe egizie sono state visitate dai ladri, ma fino ad oggi si pensava che l’obiettivo del furto fossero i gioielli e gli arredi funebri preziosi, invece a quanto pare anche la tomba in sè era oggetto di razzia.
È facile supporre che le tombe dei personaggi più illustri sfuggano da questo fatto (visto che i Faraoni erano considerati come Dei e rispettati come tali) e invece no. Ne è un esempio il sarcofago di Nespawershefyt, noto scriba del tempio di Amun-Re a Tebe che è ricco di iscrizioni eseguite prima e dopo la sua morte. Il cofano è stato analizzato ai Raggi X e si è osservato come la bara possegga nella sua struttura pezzi di un sarcofago più vecchio, con argilla, stracci di Lino e paglia usate per colmare le crepe tra un frammento di legno e l’altro.
Un altro caso è il sarcofago di un tale Pakepu, portatore d’acqua vissuto a Tebe. La sua tomba è composta da 74 diversi pezzi di legno tenuti insieme da 143 tasselli.
Il motivo di tali razzie probabilmente era legato al fatto che al tempo delle Piramidi, il legno non era diffusissimo e quindi ogni piccolo tronco era come un lingotto d’oro.
Chissà come avrebbe reagito Ramses II alla notizia che la tomba di sua madre era stata profanata…